l'opera
Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno raccolto la sfida di trasformare in teatro la Divina Commedia, il capolavoro che ha dato origine alla lingua italiana, pensando l’opera in corto circuito tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij: la città è un palcoscenico, e i cittadini sono chiamati a 'farsi luogo' nell’epoca dei ‘non-luoghi’ e della comunità dispersa e frantumata. L’opera vive di una sostanza corale e sono gli spettatori a fare il viaggio nei regni ultraterreni: ognuno di loro è Dante. È l’umanità intera che fa quel viaggio, così come ci suggerisce Ezra Pound, definendo Dante ‘Everyman’.
"Il Purgatorio è la cantica del ricominciare. Si può ricominciare? Dopo un fallimento, una sconfitta, una delusione? Ce la facciamo, a cavarci dalla bocca quell’amaro che sa di morte, a ritrovare il gusto della vita? Si può ancora sorridere, dopo che l’angoscia ci ha serrato il cuore con le sue tenaglie, fin quasi ad arrestarlo? Si può uscire da quell’inferno che è diventata l'esistenza? Certo che si può. È come ritornare sui banchi di scuola, in prima elementare, e apprendere una lingua nuova. Hai sfogliato il catalogo di tutte le violenze e di tutti gli orrori, hai scrutato nel buio di tutti quei volti malvagi che sono il tuo volto, ora apprendi l’alfabeto della compassione. Per questo il Purgatorio dantesco inizia all’alba, con un colore del cielo disegnato da un verso tra i più belli di tutta la Commedia: “Dolce color d’oriental zaffiro.” L’interminabile notte è terminata. Al buio fa seguito l’azzurro. Sveglia presto, e tutti a scuola. Davanti a Dante, una sfilza di penitenti, che sono al contempo allievi e maestri: mettono Dante e il lettore e sé stessi sulla via di una vita nuova. Il Purgatorio è la cantica del “noi", dei cori che cantano la propria allegrezza, dell'ascendere insieme. "Non v’accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l’angelica farfalla?” si dice nel X canto. Come per Inferno, anche quest’anno faremo della Divina Commedia un’azione corale politica: politica perché chiama a raccolta tutta la polis, politica perché capace di critica radicale allo stato delle cose, politica perchè l’Italia è “serva” oggi come lo era sette secoli fa."
Marco Martinelli e Ermanna Montanari
PURGATORIO costituisce la seconda anta del progetto La Divina Commedia 2017-2021 di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, opera commissionata da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro Alighieri, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. Per INFERNO, realizzato a Ravenna nel 2017, Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali: Premio Ubu, Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro-ANCT, Lauro Dantesco ad honorem e Premio Culturale della VDIG-Vereinigung Deutsch-Italienischer Kultur-Gesellschaften.
crediti
ideazione, direzione artistica e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Alessandro Renda
a Matera con Nadia Casamassima, Alessandra Crocco, Alessandro Miele, Salvatore Tringali
a Ravenna con Luigi Dadina, Matteo Gatta, Mirella Mastronardi, Marco Montanari, Gianni Plazzi, Massimiliano Rassu
e i cittadini della Chiamata Pubblica
musiche Luigi Ceccarelli in collaborazione con Giacomo Piermatti e Vincenzo Core e con gli allievi della scuola di Musica Elettronica e di Percussione del Conservatorio Statale di Musica Ottorino Respighi Latina e con la partecipazione di Simone Marzocchi
spazio scenico e costumi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano-Scuola di Scenografia e Costume coordinati da Edoardo Sanchi e Paola Giorgi in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera-Milano
regia del suono Marco Olivieri
disegno luci Fabio Sajiz
direzione tecnica Enrico Isola e Fagio
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Ravenna Festival/Teatro Alighieri in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
Prima nazionale: Matera, 17 maggio 2019
Ora sei a buon punto. Sei il bimbo che balbetta il primo giorno di scuola seduto al suo banco. Ora salirai il monte, imparerai la lingua nuova, il nuovo alfabeto. Sei pronto?