l'opera
HERETHEREWHERE esplora l’oscurità di un mondo caotico, caratterizzato da solitudini e dispersioni, smarrimento esistenziale e perdita di senso. Sulla scena tre figure clownesche, dalla memoria offuscata, senza un’idea chiara del futuro e intrappolate in un presente incerto, cercano una via di uscita da una circostanza surreale: tutti e tre hanno ricevuto un enigmatico invito ad una festa di cui ignorano giorno, luogo e orario. Non conoscono il mittente o il motivo dell’invito. I tentativi assurdi di trovare risposte al mistero e allo stallo in cui si trovano oscillano tra dialoghi deliranti e monologhi poetici e di attualità su dilemmi legati all’assenza di sfumature, alla difficoltà di scegliere, al sentirsi scissi dal proprio ruolo sociale, al tentativo di condurre una vita in connessione con gli altri, nonostante tutto. Queste tre figure al limite camminano sul margine di un paesaggio sospeso tra nonsense e significato profondo. Nello spettacolo emergono affondi nelle loro lingue madri (inglese, sloveno, italiano) intrecciati con immagini video realizzate nei tre paesi di appartenenza, che ci mostrano tre quotidianità, tre modi di esistere e tre possibilità di sopravvivere a un’esistenziale irrequietezza.
crediti
ideato, diretto e interpretato da Mark Anderson, Isabelle Kralj, Alessandro Renda
dal testo Light is a Lone Traveler di Rok Vilčnik
adattamento drammaturgico e testi aggiuntivi Mark Anderson, Isabelle Kralj, Alessandro Renda
aiuto regia Rok Vilčnik
musiche Frank Pahl
e di IKP, Vivaldi, Jason Powell
video Alessandro Renda
video animazione Justin Thomas
voce prologo Anthony Flinn (english), Marco Sciotto (italiano)
traduzioni in inglese Isabelle Kralj
traduzioni in italiano Franco Nasi
luci Enrico Isola
tecnico audio, video e sottotitoli Fagio
organizzazione Francesca Venturi
produzione Albe / Ravenna Teatro e Theatre Gigante
ringraziamenti Ateliersi, Olinda e Sam Fitzwater Butchart, Colin Gawronski, Michael Stebbins, Francesco Tedde
Questo palco è la gola. Un abisso ingordo. Una bomba a orologeria. Che deve esplodere nell'anima. Con una pinzetta, a casa, lo spettatore dovrà raccogliere i frammenti taglienti, e tenerseli per tutta la vita. L'applauso che alla fine ci chiude gli occhi è un'eco. Noi recitiamo. Lo facciamo tutti.