l'opera
È l’ultima commedia delle undici che ci restano di Aristofane. Cremilo è ossessionato dalle ingiustizie che attraversano la sua Atene: perché le ricchezze vanno solo ai malfattori? Rispettando il responso dell’oracolo, segue la prima persona che incontra, un cieco: quel cieco è Pluto, il dio della ricchezza. Per forza i soldi van sempre ai delinquenti e ai corrotti: perché il dio non ci vede! Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, un atto “rivoluzionario” che porterà abbondanza e serenità nelle case dei giusti. Il testo presenta numerose variazioni del comico, ma sempre si posa sulle contraddizioni violente della polis, dal rifiuto della guerra alla distribuzione delle ricchezze. E ancora una volta la mano sapiente di Martinelli sa “intonare” al testo arcaico le improvvisazioni vitali e scatenate di 80 adolescenti napoletani.
crediti
drammaturgia e regia Marco Martinelli
assistenti regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella
con la collaborazione delle guide teatrali del progetto “Sogno di Volare”
spazio e luci Vincent Longuemare
costumi Roberta Mattera
musiche Ambrogio Sparagna
musiche eseguite da Erasmo Treglia, Vincenzo Core, Antonio Matrone
con la partecipazione degli alunni del Polo liceale “Ernesto Pascale” di Pompei, dell’Istituto Tecnico “Eugenio Pantaleo” di Torre del Greco, dell’Istituto Tecnico “Renato Elia” di Castellammare di Stabia e Liceo “Giorgio De Chirico” di Torre Annunziata
produzione Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro Mercadante – Teatro Stabile di Napoli
Prima nazionale: Pompei, Teatro Grande degli scavi, 25 maggio 2024
Quand’ero ragazzo l’ho minacciato di frequentare soltanto gli uomini giusti, e le donne oneste e sagge. E lui mi ha accecato, perché non potessi riconoscervi. Ecco perché nel mondo i ricchi sono così pochi e malvagi, e sempre più ricchi, e i poveri una marea che monta ogni giorno di più: non ci vedo!